San Pio da Pietrelcina

Padre Pio, all’anagrafe Francesco Forgione, nasce a Pietrelcina un mercoledì pomeriggio del 25 maggio 1887 da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio.

A quei tempi la famiglia Forgione dimorava in un’umile casa al rione Castello, così denominato dal nome del castello longobardo che si erigeva sulla roccia della Morgia dove oggi campeggiano, arroccate, case secolari. In quell’abitazione in Vico Storto e nei locali in via S. Maria degli Angeli, Padre Pio visse la sua infanzia, l'adolescenza, e i suoi primi anni di sacerdozio fino al 1916.

Il piccolo Francesco fu battezzato nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, l'antica parrocchia del paese posta nel "Castello", dopo sole tredici ore dalla nascita perché i genitori temevano che potesse morire, come era già accaduto ad altri due figli nati prima di lui. Il suo nome fu Francesco per la devozione che la mamma aveva per il poverello di Assisi.
I genitori di Francesco, benché piccoli possidenti, erano dediti alla dura e semplice vita dei campi, fatta di lavoro onesto ed intessuta di una profonda fede cristiana. Essi non risparmiarono enormi sacrifici per crescere i loro sette figli ed educarli nel timore di Dio. Entrambi frequentavano la chiesa del paese ed onoravano, come tutti gli abitanti del paese, le numerose festività e ricorrenze religiose che si succedevano durante l'arco dell'anno.
"Mamma Peppa”, così come era chiamata dai suoi compaesani la mamma di Padre Pio, era una donna di grande pietà, amabile e religiosa che si occupava della famiglia quando il marito era fuori per lavoro. A lei Francesco rimase sempre molto legato anche dopo l’entrata in convento.

Grazio Forgione, detto Zi' Grazio, era un gran lavoratore, volonteroso, anche se dai modi talvolta sbrigativi e rudi.
Francesco sin da bambino manifestò i segni di una personalità profondamente diversa da quella dei suoi coetanei. Egli era calmo e tranquillo, dal carattere schivo e solitario e, sebbene amasse giocare, mostrava fastidio nei confronti di tutto quanto usciva dalle righe ed evitava quelli "dall'occhio falso, gli scostumati dalla parola facile, gli insinceri". Ecco perché trascorreva la maggior parte del tempo libero presso la chiesa "Santa Maria degli Angeli", oggi "Sant'Anna", dove imparò le prime nozioni di dottrina cristiana e dove spesso si isolava, d'accordo con il sacrestano, per stare in compagnia di Gesù sacramentato.

Da piccolo Francesco aiutava i familiari nelle incombenze dei campi, ma soprattutto si occupava del pascolo delle pecore. La prima collaborazione all'economia della famiglia venne data da Francesco, all'età di sei anni, quando suo padre gli affidò due pecore da condurre al pascolo.
Fin da giovanissimo sentì vivo il desiderio della sofferenza per amore di Gesù. A volte, come testimoniato proprio dalla mamma di Francesco, anziché dormire nel letto preferiva sdraiarsi a terra e tenere come capezzale una pietra. Altre volte si sottoponeva spontaneamente ad asprissime penitenze e sopportava serenamente le sofferenze causategli dai compagni di scuola o da un chierichetto che, per invidia, lo accusava con una lettera anonima presso l'arciprete di amare la figlia del capostazione che egli neppure conosceva.
Francesco apprese le prime elementari nozioni scolastiche da un contadino che aveva frequentato la scuola elementare imparando così a leggere e a scrivere; quando poi manifestò la vocazione a consacrarsi alla vita religiosa Francesco continuò gli studi da maestri privati e il padre si sobbarcò senza esitazione le spese necessarie per farlo studiare non ostacolando mai la vocazione del figlio.

Uno dei momenti più importanti e determinanti per la sua vocazione fu l'incontro con Fra’ Camillo, un monaco cappuccino dalla lunga barba bianca, che si trovava a Pietrelcina per la questua. Egli suggestionò tanto il futuro frate da convincerlo a scegliere l'ordine dei cappuccini

 

La Morte di Padre Pio

Come tutte le mattine, il 20 settembre padre Pio celebrò la Messa alle ore 5, ricordando cinquant'anni di stimmate visibili, apparse nelle sue carni il 20 settembre 1918. Il giorno dopo non celebrò perché debole e stremato di forze a causa di un fortissimo attacco si asma. Il 22 settembre, alla fine della Messa, venne salutato da un interminabile applauso, poi barcollò e si ripiegò su se stesso, quasi per cadere". Soccorso prontamente dai confratelli e adagiato sulla sedia a rotelle, fu portato in sacrestia, sempre benedicente, ripetendo affettuosamente ed affannosamente: "Figli miei, figli miei!".

La sera del 22 settembre 1968 Padre Pio era nella sua cella da qualche ora dopo aver impartito l'ultima benedizione ai fedeli che si accalcavano nel cortile del convento. Quel giorno era Padre Pellegrino ad occuparsi di lui. Padre Pio era a letto. Lo sguardo emaciato e il fisico provato. Egli sembrava impaziente. Tra le 21.00 e le 24.00 aveva chiamato circa ogni ora Padre Pellegrino chiedendogli che ore erano, sembrava che aspettasse qualcuno, che fosse in ansia per l'arrivo di qualcuno. Dopo la seconda chiamata che avvenne intorno alle 22.00, Padre Pio chiese al suo confratelllo di rimanere con lui per recitare qualche preghiera. Intorno alle 23.00 Padre Pellegrino, augurata la buonanotte, ritornò nella sua cella che era attigua a quella del venerato Padre tuttavia rimarrà sveglio perchè in ansia per la salute di padre Pio. Dopo circa un'ora Padre Pio torna a chiamare, era da poco passata la mezzanotte. Il frate era diventato molto pallido e il suo respiro si faceva affannoso di minuto in minuto. Padre Pio invita Padre Pellegrino a fargli compagnia, e tra una parola e l'altra continua a chiedere l’ora.

Sono le ultime ore di vita del "Santo del Gargano".

Padre Pio scambia le ultime battute con il frate di turno, raccomandandogli di dire la messa la mattina seguente in sua vece, poi chiede di confessarlo e di rinnovargli i voti religiosi. Padre Pio poco dopo la confessione dice a Padre Pellegrino: "Senti, se il Signore mi chiama oggi, chiedi perdono ai confratelli e a tutti i figli spirituali per i fastidi che ho dato e chiedi una preghiera per l'anima mia". Padre Pellegrino risponde: Padre Spirituale, io penso che il Signore la manterrà in vita ancora a lungo", poi quasi per accontentarlo aggiunge: "comunque se dovesse avere ragione lei, chiedo un'ultima benedizione per i confratelli, i suoi figli spirituali e i suoi ammalati". Padre Pio risponde: "si li benedico tutti, anzi chiedo la carità affinchè sia il Padre Superiore a farlo al posto mio." E' trascorsa circa mezz'ora, Padre Pio desidera alzarsi dal letto. Lo fa senza problemi con le sue gambe senza bisogno della sedia a rotelle come accadeva spesso negli ultimi tempi, esce all'aperto ed osserva il cielo e le stelle. Sembra rapito dal silenzio della notte. Dopo un po' rientra nella stanza accompagnato da Padre Pellegrino e si siede in poltrona. Egli asciuga il sudore dalla fronte del vecchio frate, il respiro si fa più affannoso, gli occhi paiono gonfi di lacrime, le labbra sono diventate bluastre. Padre Pellegrino sempre più preoccupato per lo stato di Padre Pio si appresta ad andare a chiamare qualcuno. Padre Pio lo ferma dicendo: "Uhe Guaglio', non disturbare nessuno", ma Padre Pellegrino non lo ascolta e da’ l'allarme avvertendo gli altri confratelli delle condizioni di salute in cui si trovava Padre Pio. In breve l'intero convento e' in allerta. Qualcuno chiama il professor Sala Sindaco di San Giovanni Rotondo e medico curante di Padre Pio. Verso l' 1.30 arriva e fa un'iniezione a Padre Pio nella speranza che la sua salute migliori. Nel frattempo le uniche parole che pronuncia mentre il rosario scorre fra le sue mani sono: "Gesu' Maria...Gesu' Maria..." Padre Pio rimane pienamente lucido fino alle 2.00 circa, quando improvvisamente i battiti del cuore diventano lentissimi, quasi impercettibili. Alle 2.10 Padre Paolo impartisce a Padre Pio l'estrema unzione ed i medici iniziano un ultimo disperato massaggio cardiaco per scongiurare la morte del frate. Poco prima delle 2.30, la cella e' piena di gente, tutti in un muto silenzio, il rosario cade a terra, il respiro di Padre Pio non si sente più, sembra che dorma. Alle 2.30 un ultimo lungo respiro, Padre Pio muore.

La dolorosa notizia si propagò in un baleno in tutto il mondo: Alle ore 8.30 la bara di legno venne portata in chiesa e si aprirono le porte ai fedeli, "una immensa marea di gente". Si chiusero il 26, verso mezzogiorno.

Il corteo attraversò tutto il paese e, dopo la solenne cerimonia funebre, le spoglie furono portate nella cripta e calate nel loculo scavato sotto il pavimento: erano le ore 22.

Il suo desiderio espresso nel lontano 1923, si è realizzato: "Ricorderò sempre questo popolo generoso nelle mie preghiere, implorando per esso pace e prosperità. E quale segno della mia predilezione, null'altro potendo fare, esprimo il desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra". Ai funerali parteciparono più di centomila persone, la bara con le spoglie del "Santo del Gargano" furono fatte passare anche sotto la "Casa sollievo della sofferenza" per un ultimo saluto ai suoi ammalati .

Ora Padre Pio riposa lì nella terra del Gargano, dove egli stesso desiderava essere sepolto. I luoghi sacri di Padre Pio sono meta di tantissimi pellegrinaggi, ogni giorno migliaia di fedeli, pregano devotamente sulla sua tomba e chiedono l'intercessione del venerato Padre per i problemi che assillano questa nostra povera esistenza terrena ed anche per le piccole esigenze quotidiane.