quando in campania c'era chi sognava l'apertura di tre casinò
Il centro storico di Napoli. La Reggia di Caserta con l’Acquedotto vanvitelliano e il Complesso di San Leucio.
Le aree archeologiche di Pompei, Ercolano, Torre Annunziata. La costiera Amalfitana. La Chiesa di Santa Sofia a Benevento. Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
E’ quello appena fatto l’elenco dei siti Unesco presenti in Campania. Luoghi e opere di straordinario valore universale e che pertanto devono essere considerati un bene di tutta l’umanità.
Ogni anno richiamo in Italia milioni di turisti provenienti dai più disparati angoli del mondo. Visitatori che purtroppo dopo un breve soggiorno decidono comunque di spostarsi altrove.
Proprio per far fronte al fenomeno del cosiddetto “turismo mordi e fuggi” nel recente passato c’era chi aveva proposto l’apertura di sale da gioco all’interno degli alberghi a cinque stelle.
Secondo i promotori questa iniziativa avrebbe dispiegato i suoi effetti lungo tre direttrici.
Primo, avrebbe invogliato i turisti stranieri a soggiornare per un tempo più ampio. Secondo, avrebbe contribuito a contrastare l’azzardo illegale, indirizzando i giocatori italiani in strutture autorizzate dagli enti locali e nazionali. Terzo, soprattutto nelle regioni di confine, avrebbe ridotto la moda dei viaggi all’estero per giocare al casinò.
E così l’ipotesi di apertura di nuove strutture si fece largo lungo tutto lo Stivale. Ai quattro allora presenti, Campione d’Italia, Saint-Vincent, Sanremo, Venezia, se ne sarebbero aggiunti molti altri nei progetti degli amministratori locali. Anche in Campania il tema fu oggetto di dibattito, tanto da arrivare a caldeggiare l’apertura di tre sale da gioco: due agli estremi del Golfo di Napoli, sull’isola di Ischia e sull’Isola di Capri, la terza sempre sul territorio del capoluogo regionale, a Sorrento.
Com’è facilmente intuibile oggigiorno, di tutti questi progetti non ne arrivò in porto uno. Nei palazzi romani della politica fu deciso di intraprendere un’altra strada. Tanto che qualche anno più tardi, nel 2011, fu data luce verde all’apertura delle prime sale da gioco online col suffisso “.it” e autorizzate dall’allora AAMS. Portali che offrivano e offrono agli utenti i più disparati passatempi, dal blackjack alla roulette, dal poker alle slot machine, come mostrano i giochi da casino online NetBet.
Così il turismo campano continua a essere quello di tipo enogastronomico, termale, religioso, culturale e costiero.
Mentre stando al “Libro Blu”, la pubblicazione che raccoglie anno dopo anno l’attività svolta dall’ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, dei 74,735 miliardi di euro giocati d’azzardo nel nostro Paese durante il 2017, in concreto un decimo, 7,538, proviene proprio dalla Campania che risulta così la terza regione per livello di raccolta. Davanti si piazzano, infatti, soltanto la Lombardia, prima con 14,412 miliardi di euro, e il Lazio, secondo con 7,891 miliardi di euro.